Una carriera intensa, premiata da due Nastri D’Argento ed un David di Donatello, raccontata dal regista Marco Ferreri.
Una carriera intensa, premiata da due Nastri D’Argento ed un David di Donatello, raccontata dal regista Marco Ferreri nel film “Storia di Piera”. Un viaggio nella memoria di un’artista che ha segnato la storia culturale del nostro Paese, come dimostrano le testimonianze di amici e colleghi, da Marco Bellocchio a Paolo Sorrentino, ai fratelli Taviani, passando per Lina Wertmuller e Tornatore, recentemente raccolti nel docufilm “Tutte le storie di Piera”. Questo omaggio del regista Peter Marcìas è stato presentato nel novembre 2013 al Torino Film Festival, durante il quale Piera Degli Esposti ha ricevuto il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera ed attualmente ospite a Cannes.
Sulla scia di queste recenti soddisfazioni, l’attrice torna al teatro in occasione del Centenario della Fondazione INDA e sarà in scena al Teatro di Siracusa fino al 22 Giugno con lo spettacolo ‘Coefore/ Umenidi’ per la regia di Daniele Salvo.
Il tuo ruolo nella tragedia è quello di Atena. In una immagine che ti ritrae in scena, leggo la frase che l’accompagna ‘Mancano pochi giorni alle elezioni, afferra l’elmo della giustizia’. L’importanza delle parole di Eschilo attraverso il personaggio di Atena.
Ho accettato di tornare a teatro per interpretare il personaggio di Atena, per il messaggio che manda. Non sono un personaggio politico e non posso parlare di politica ma posso farlo attraverso le parole di Eschilo ‘ Immune da corruzione, rispettato, inflessibile questo tribunale che oggi istituisco’ a costo di ricorrere alla severità, al limite del terrore. Ogni giorno la corruzione fa cadere qualcuno dalla poltrona, ogni giorno escono scheletri dagli armadi. Viviamo in un paese che quotidianamente ha tragedie manifeste. Ed il pubblico ha capito questo, tanto che alla fine delle repliche urla mentre applaude il nome di ‘Atena’ Questo vuol dire che al pubblico il messaggio arriva. Come diceva Brecht, il pubblico che ‘sente’ conferma la contemporaneità del testo.
Quindi oggi il teatro ha ancora il potere di far arrivare un messaggio di un teatro così lontano
Stando alle reazioni del pubblico di Siracusa si. Questo pubblico non è passivo, non è abituato alla passività di un pubblico di abbonati, ad esempio. Gioca una partita con l’attore. Reagisce, applaude, è molto presente. E’ un grande pregio del pubblico siciliano. Se pensi che reagisce pronunciando il nome della Dea della Giustizia a teatro!
Cosa si prova a tornare sul palco del Teatro di Siracusa dopo 10 anni di assenza?
Per me è sempre stato un punto di riferimento. Penso che un attore debba dimostrare di essere tale e può farlo soprattutto qui. Mette tanto in gioco, oltre la capacità di farsi sentire. Non è al buio come in teatro, è alla luce. Non ha di fronte a se quante...500...1000 persone. Parliamo di 5000...6000 spettatori. Deve dimostrare che ha una grande tempra fisica, sonora, mnemonica. Uno dei motivi che mi ha spinta è stato l’evento centenario, verrà ricordato fra altri 100 anni in questo luogo. Un altra ragione è quella di avere l’opportunità di interpretare una Dea. Ma una Dea severa, che da ordini ai cittadini, ricorda loro qualcosa come se leggesse la Costituzione. Un essere sopra le parti che ci ricorda la giustizia, i nostri doveri, anche l’atto stesso del voto al quale siamo chiamati.
Hai partecipato alla Medea di Pasolini. Come sei stata scelta per questo ruolo?
Pasolini vide una mia foto su un muro, come si faceva all’epoca. Quando mi convocò mi disse ‘ti ho scelta perchè tu non hai la faccia da attrice’. Rimasi malissimo per questa motivazione, poi quando lo conobbi meglio seppi che per lui era un grande complimento. Io ero e volevo fare l’attrice di teatro, quindi ero legata alla parola. Il cinema è immagine. Inizialmente dovevo avere più battute, che lui però mi divise con la nipote. Ci rimasi malissimo. Quando lui prendeva il posto della Callas per farla riposare, ci indicava le azioni ed io non lo guardavo mai, perchè ero arrabbiata. Eppure lui non mi rimproverava mai per questo mio atteggiamento. Aveva una personalità straordinaria.
A breve riprendono le riprese per la terza serie della fiction ‘Una grande famiglia’. Come è questa esperienza e se puoi regalarci qualche anticipazione
Questa terza serie avrà la regia di Riccardo Donna rispetto alle prime due dirette da Riccardo Milani. Non ho ancora incontrato Donna ma il personaggio più o meno è stato allineato alle serie precedenti. Il mio personaggio, Serafina, ha ricevuto un grande consenso dal pubblico perchè è enigmatica e non se ne comprende la personalità. Parla poco, lo fa molto con gli sguardi, sembra sempre che trattenga qualcosa. Credo che rimarrà su questa linea. E’ un personaggio diverso rispetto alle fiction precedenti. Spero che il pubblico continui ad apprezzare. Di certo l’attenzione è stata destata.